Negli ultimi anni si è riacceso il dibattito sulla carne rossa: quanta dobbiamo mangiarne? Fa bene o è nociva per la nostra salute se ne assumiamo troppa?
Come ogni altro alimento, il consumo smodato può portare a dei problemi ma anche privarsene del tutto non è consigliabile. Bisognerebbe trovare il giusto equilibrio e mangiarne in quantità adeguata. La carne rossa, intesa come quella fresca, è molto diffusa nei Paesi occidentali e allo stesso modo non possiamo non notare come anche la diffusione dei problemi intestinali e cardiovascolari, sia aumentata. C’è un collegamento?
Sono in molti i consumatori che amano la carne rosa e sebbene notoriamente quella bianca faccia “meno male”, la prima è sicuramente la tipologia più saporita e gli esperti sono d’accordo sul fatto che non faccia male se consumata in modo non eccessivo. Il problema nasce infatti quando si mangia troppa carne rossa oltre al dose settimanale consigliata.
Nel 2015 questo alimento è stato definito come cancerogeno, specialmente quando è processato e non fresco. In entrambi i casi però le classi di nocività sono elevate e riguardano la presenza di prove scientifiche a supporto.
Ma perché la carne rossa viene considerata pericolosa? La colpa è delle molecole come nitrati e nitriti, di cui è ricca. Queste interagiscono con il nostro organismo e creano intermediari molecolari cancerogeni come le nitrosammine.
Non bisogna dimenticare però – e i vegani storceranno il naso – che la carne rossa è una preziosa fonte di proteine proprio come tutti gli altri tipi di carne. Essa fornisce amminoacidi essenziali di cui abbiamo bisogno nella nostra dieta quotidiana.
In più contiene minerali come lo zinco e vitamine come la B12, necessaria per la formazione dei globuli rossi e per la sintesi del Dna e della mielina (guaina che ricopre e protegge i nervi).
Senza esagerare quindi, possiamo dire che la carne rossa fa bene e quindi è opportuno informarsi su come assumerla correttamente. Un aiuto in questo senso arriva dall’Harvard School of Medicine, che indica un’assunzione di non più di due volte la settimana, con porzioni di 110 grammi. Lo raccomanda – l’istituto che la indica come potenzialmente cancerogena – sostiene che non bisogna superare un quantitativo di 50 grammi a settimana.
Le carni processate poi andrebbero limitate al massimo, preferendo prodotti Dop. Ad ogni modo ogni persona è diversa dall’altra e il consiglio è comunque quello di consultare il proprio medico nutrizionista per sapere quale è il regime alimentare adatto a noi.
La carne rossa può essere cucinata in vari modi, sicuramente però è sconsigliata la grigliatura perché proprio in questa modalità si generano sostanze tossiche. L’ideale è la bollitura.
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