Dopo un improvviso stop – l’ultimo – l’emendamento del governo che modifica la tassa sulla banca è stato depositato in Senato.
Cambia tutto sulla tassa sul margine di interesse e ci sono novità per i clienti, ad esempio i costi del prelievo non potranno essere addebitati ai clienti. Dopo una trattativa molto combattuta nella maggioranza, il ministro Luca Ciriani ha presentato l’emendamento con alcune modifiche rispetto all’ultima versione di venerdì scorso.
È arrivato in Senato dopo diverse proroghe e una lunga “battaglia” all’interno della maggioranza, l’emendamento che modifica la tassa sulla banca, con alcune modifiche rispetto al testo che circolava fino a venerdì sera. La tassa sul margine di interesse degli istituti bancari è stata presentata dal ministro dei Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, a conferma che Palazzo Chigi ha un ruolo chiave in questa vicenda.
Anche se l’impatto della tassa è stato ridotto rispetto alla prima versione, alle banche è vietata la traslazione degli oneri del prelievo sui costi dei servizi che vengono erogai alle famiglie e alle imprese. Si tratta di una nuova clausola che costituisce la differenza sostanziale e l’Antitrust vigilerà che venga tutto rispettato.
Il nuovo testo dell’emendamento permette alle banche di scegliere in autonomia se versare immediatamente l’imposta oppure destinare un importo di 2,5 volte la stessa al patrimonio. Il pagamento della tassa sulla banca sarebbe sospeso fino a quando quella parte del capitale venga versata ai soci, in quel momento allora sarebbe pagata con gli interessi.
Una relazione tecnica ha corredato l’uscita dell’emendamento definitivo, che ora è oggetto di analisi da parte del Senato.
A conferma del raggiungimento dell’impresa dopo diverse trattative, c’è la soddisfazione del partito che più di tutti ha lavorato per la modifica id questa norma, ovvero Forza Italia.
“Forza Italia è soddisfatta dell’emendamento del governo che rispetta le nostre indicazioni, per tale motivo ritireremo gli emendamenti” ha detto il segretario di Fratelli d’Italia, Antonio Tajani, che poi ha parlato di segnali chiari e rassicuranti per i risparmiatori ma anche a chi desidera investire i propri soldi e all’interno sistema finanziario.
Poi è intervenuto sulla possibilità di utilizzare l’imposta per capitalizzare gli istituti, dicendo: “L’emendamento rafforza la solidità del patrimonio. Il testo prevede che il gettito di imposta arrivi al fondo di garanzia sui prestiti delle piccole imprese, che al termine dell’anno vedranno la fine delle garanzie pubbliche straordinarie che sono collegate alla crisi in Ucraina”.
La formulazione nuova soddisfa anche il volere della Bce, infatti prevede che in caso di perdite di esercizio, la riserva venga integrata con gli utili degli anni precedenti, questo per non aggravare ulteriormente le banche più piccole né appesantire ancor di più bilanci critici.
La tassa, in questo nuovo emendamento arrivato in Senato, è pari al 40% dell’ammontare del margine di interesse maturato durante l’anno corrente, che ecceda del 10% quello del 2021. Un cambiamento diverso al testo iniziale perché coinvolge le attività di due anni.
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