Sono in arrivo novità per i lavoratori del settore della pubblica amministrazione, in particolare parliamo di un bonus una tantum in arrivo nel 2024.
Quando si parla di bonus l’attenzione è sempre molto alta e anche la notizia di oggi desta molto interesse perché il governo prevede di erogare per il prossimo anno i mancati rinnovi dei CCNL. Già in quest’anno c’è stato il bonus dell’1,5% corrisposto da NoiPA.
Con il termine Pa si intendono i dipendenti di enti locali come Comuni, Province, Regioni e Asl. Nel 2023 questi lavoratori hanno ricevuto un bonus una tantum, o assegno accessorio.
Il governo ha previsto questo contributo per i mancati rinnovi dei CCNL e sembra che voglia confermarlo anche per l’anno prossimo. Se così fosse, l’importo potrebbe essere versato in busta paga per 24 mensilità consecutive.
Una buona notizia che aleggiava da tempo nell’aria e che ora diversi quotidiani stanno riportando, in primis il romano Il Messaggero. Cercheremo di approfondirla al meglio nel prossimo paragrafo.
Attualmente in Italia la platea di destinatari del bonus sono 1.370.000, impiegati in circa 10.300 enti pubblici locali. Per rinnovare il bonus per tutte queste persone chiaramente servono risorse ma al momento queste sembrerebbero essere irreperibili.
Il governo punta all’Emolumento accessorio dell’1,5%. Nel 2023 l’assegno è stato versato a partire dal mese di luglio e in quell’occasione sono stati corrisposti gli arretrati da gennaio in poi. Al momento la scadenza fissata è per l’ultimo giorno di dicembre ma se arrivasse una conferma, questa verrebbe posticipata al prossimo anno e quindi ci sarebbe uno slittamento del rinnovo del contratto.
Già la Corte dei Conti aveva avuto un presentimento su questa situazione, anticipandola alcuni mesi fa con una frase in particolare: “In attesa dei fondi per il rinnovo dei contratti scaduti nel 2021 e a fronte delle stime previste per l’inflazione – molto elevate – è difficile non prevedere l’estensione del bonus per i dipendenti statali”.
C’è poi il capitolo dedicato ai sindacati, i quali fanno pressione perché si trovino anche i soldi per i rinnovi dei minimi stipendiali, i quali sono scaduti da 20 mesi. Anche questi in caso saranno da adeguare ai livelli di inflazione.
Dal Ministero dell’Economia però le informazioni non sono rassicuranti. Non resta quindi che attendere i prossimi aggiornamenti in merito.
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