La Terra è ancora abitabile? Sì e no, infatti da un recente studio è emerso che il nostro pianeta ha superato alcuni confini invalicabili.
Un gruppo di scienziati internazionali ha effettuato una sorta di check-up di salute della Terra, da cui sono emersi risultati preoccupanti in merito alla salute generale. Si parla di cambiamento climatico, biodiversità e altro. Scopriamo cosa dice la ricerca.
Check-up per la Terra
Come in un vero e proprio ospedale, alcuni ricercatori hanno collaborato per uno studio sulla salute del pianeta Terra, dove sono stati presi in considerazione diversi aspetti per valutarne lo stato di salute generale e condizioni di abitabilità. Sono emersi risultati allarmanti.
In particolare, la Terra ha superato dei confini che invece non dovevano essere raggiunti. Questi toccano temi importanti come il cambiamento climatico, la biodiversità, la disponibilità di acqua dolce (importantissima per la sopravvivenza umana e alcune specie animali) e l’inquinamento.
Gli scienziati che hanno condotto lo studio che poi è stato pubblicato su Science Advances, non parlano di punto di non ritorno, comunque sono segnali da non sottovalutare, i quali mettono nero su bianco la dannosità dell’azione umana sull’ambiente. L’autrice principale Katherine Richardson ha definito i risultati come un campanello d’allarme che può essere considerato al pari di un valore di pressione sanguigna anomalo in un essere umano, che quindi ha bisogno di un intervento e di costante monitoraggio.
I dettagli della ricerca
Non è il primo studio simile, la ricerca di cui parliamo oggi infatti prende spunto da 2.000 altre analoghe fatte nel passato e sottolinea come i 9 fattori superati, siano interconnessi fra di loro. Ad esempio, il cambiamento climatico ha ripercussioni evidenti sulla biodiversità e gli ecosistemi. Quindi, rafforzare un aspetto può aiutare anche gli altri a migliorare.
Le azioni raccomandate non sono semplici ma sono molto importanti, come pulire la Terra e ripristinare le foreste ai livelli della fine del XX secolo. Questo aiuterebbe a immagazzinare una buona quantità di anidride carbonica e di conseguenza a mitigare il cambiamento climatico.
Nonostante non sia il primo studio del genere, questo è il primo che stabilisce limiti numerici per tutti i confini e fornisce dettagli per valutare la produttività delle specie vegetali. Entrando più nel dettaglio, gli esseri umani dovrebbero usare al massimo il 10% della biomassa vegetale però attualmente ne utilizziamo tre volte tanto.
C’è però una piccola buona notizia, infatti la situazione dell’ozono sta migliorando grazie al Protocollo di Montreal siglato alla fine degli anni Ottanta. Il trattato internazionale ha lo scopo di ridurre la produzione e l’uso di sostanze che minacciano il già fragile strato di ozono. Questa notizia positiva dimostra che un cambiamento è possibile ma soprattutto è necessario – su vasta scala – per affrontare tutti i pericoli evidenziati dalla ricerca. Questa la cura generale ai malanni del pianeta Terra: la consapevolezza e cooperazione di tutti.